(E)state con noi

L’estate sta arrivando. Impetuosa, irruente, calda e a tratti insopportabile. Ma quanto è bella l’estate? Le giornate si sono allungate, c’è più tempo per vivere la quotidianità. Godersi un buon Drink in attesa di un delizioso piatto fresco preparato da mani esperte, magari in buona compagnia e, ancor meglio, se all’aperto.

La Fricca – Il Ristorante vi offre tutto questo. Dove? Nel suo Dehors. Uno spazio esterno curato e riservato, un luogo silenzioso dove godersi una serata romantica, una cena tra amici o, perché no, una pausa pranzo 100% estiva dove dimenticarsi di tastiere e scrivanie d’ufficio.

Quindi r(E)state con noi!

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Nei Caveau, il Culatello come l’Oro

02 Aprile 2018 – Polesine Parmense, Azienda Spigaroli

E’ stato un viaggio sensoriale ma sapevamo già dove saremmo approdati. La terra del Culatello di Zibello. Piccolo e altezzoso, il Culatello Spigaroli è ben ancorato alla sua terra d’origine. “E’ l’aroma della nebbia” dicono gli abitanti del posto. Ed è proprio quel clima che dona al Culatello quella tipica morbida consistenza, simile al lardo, quel sapore affumicato e il colore rosso vivo. Da secoli viene messo a stagionare nelle cantine.

Il processo di produzione non è cambiato dai tempi del Medioevo, e non prevede l’utilizzo di tecniche e macchinari moderni ma solo abili gesti tramandati nei secoli: i tagli di carne vengono dapprima strofinati con sale marino, pepe nero, aglio e spumante locale, il Fortana del Taro, per tutta la prima settimana.

Dopodiché i culatelli vengono puliti, messi in vesciche di maiale precedentemente pulite con aceto e infine appesi nelle cantine, a riposare.

A differenza del prosciutto, non sono previsti sistemi di climatizzazione dei locali, se non l’apertura e la chiusura periodica delle finestre della cantina, di modo che i culatelli possano sviluppare quelle muffe naturali responsabili del sapore unico e inconfondibile che solo il Po riesce a garantire.

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Il gusto è sorprendente. Tutte le stagionature 20, 30 e 40 mesi offrono sentori e consistenze diverse. Dal più tenero e giovane con un gusto delicato e speziato al più corposo e anziano, saporito e intenso.

 

E’ stata un esperienza davvero unica, soprattutto se la si vive in buona compagnia.

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Ricordi che scaldano il cuore: La Pasqua

Amavo svegliarmi il giorno di Pasqua con il profumo delle focacce dolci che mia nonna sfornava per noi e amavo stare a guardarla il giorno prima quando, con gesti sicuri, amore e cura, metteva insieme gli ingredienti. Vedere come da della semplice farina, del latte, un po’ di burro, uova, lievito, vaniglia e zucchero e dopo 18 lunghe ore di lievitazione il “miracolo” si ripeteva ed io, come ogni volta, rimanevo incantata.

Ora lei non c’è più, c’è il suo bellissimo ricordo ed ogni anno amo commemorarla preparando le stesse focacce dolci che inebriano, con il loro profumo, il mio ristorante la mattina di Pasqua. Gli ingredienti con il tempo sono cambiati: la farina è integrale e lo zucchero ha lasciato posto al miele. Quest’anno ho usato il Li.Co.Li (Lievito madre in Coltura Liquida) e sono venute ancora più buone.

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Sono certa che piacerebbero molto anche a lei.

Serena Pasqua a tutti, fate solo ciò che vi rende felici!

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LA CUCINA DEL CUORE: TRADIZIONE O INNOVAZIONE?

Non può essere una scelta. Per arrivare all’innovazione non si può trascurare la tradizione, alla quale io sono molto legata per ereditarietà familiare. Ci sono piatti che mi fanno sentire a casa come quelli che, mia Mamma Luisa (grandissima cuoca), mi ha insegnato nel corso del tempo.

Ecco perché durante la prossima stagione autunno/inverno voglio proporvi il “Piatto Domenicale” che potrete gustare con la vostra famiglia solo nel pranzo della Domenica. Una vitella farcita col ripieno del cappone di Natale di Mamma Luisa, composto da una selezione di carni sminuzzate e miscelate con noci, prugne, mele e castagne. Una vera delizia per il palato, il tutto cotto in sottovuoto a bassa temperatura.

image1 3L’innovazione fa l’occhiolino alla tradizione in uno di quei piatti che risvegliano i sensi, i ricordi e il cuore.
Perché se il cuore ha una memoria, le mani ne sono la sua massima espressione: L’espressione dell’arte in cucina, nella cucina del cuore.

Pfitscher

Un esperienza unica quella dedicata a grandi etichette italiane firmata Pfitscher. Parto col descrivere la location, una vista mozzafiato, posizione riservata e lussuosa. Il tutto immerso in un paesaggio tipicamente montano e ricco di vigneti. L’evento era, come già detto, dedicato a molte etichette italiane come Speri, Oddero, Bastianich e per l’appunto Pfitscher.

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Vi descriverò solo poche piccole parentesi di questo grande evento, quelle che mi hanno colpito di più.

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Iniziamo con le bollicine di Bollinger, preferisco il Rosé, lo voglio paragonare al Rosé che amo di più: Pouillon. Uno champagne blend decisamente elegante ma non è sicuramente il pezzo forte della casa Bollinger. Il Brut rappresenta meglio la sua etichetta.

Ci spostiamo, sempre bolle, mi stupiscono quelle di Letrari; doveroso ammettere la loro versatilità per le possibilità di abbinamento.

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Arriviamo a Bastianich (confermo essere una delle etichette più adatte al mio palato e ai miei gusti) bianchi strepitosi e Rossi che sorprendono, dall’ acciaio (Refosco / Schioppettino) ai più grandi Vespa Rosso e il 10 e lode Calabrone.

Giocano in casa, e giocano bene: Pfitscher. Dal Pinot Bianco al Gewurztraminer Rutter Bianchi che non si possono di certo dimenticare. Il Sauvignon Blanc Suxon è decisamente uno dei migliori Sauvignon presenti sul mercato ed è firmato Pfitscher. Un appunto su un Rosso Pfitscher degno di nota: un blend di Merlot, Lagrein e Syrah, creato da loro e con un procedimento di assemblaggio del tutto personalizzato.

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img_0245Passiamo al pezzo forte, Speri. Una cantina conosciuta soprattutto per il Valpolicella Ripasso e probabilmente un po’ meno per il Sant’Urbano, entrambi i vini sono molto interessanti e regalano un abboccato intenso. M’ha sorpreso l’Amarone Speri del 2013, uno dei migliori Rossi presenti all’evento. Ma più di tutti un Amarone Speri del 1997, poco più che maggiorenne, un Amarone strepitoso, quasi commovente.

Si giocano le prime posizioni per i miei gusti il Calabrone Bastianich e l’Amarone Speri 1997. Due ottimi vini dove scegliere diventa più difficile che trovarli.

Pane integrale Li.Co.Li

La nostra Chef Sonia è impegnata nell’impasto del nostro pane Integrale. Utilizziamo solo Lievito Madre in Coltura Liquida (li.co.li) per creare un pane assolutamente salutare e leggero da digerire. Da sempre il nostro Ristorante è alla ricerca della qualità e grazie alla maestria delle nostre Chef i risultati sono sempre impeccabili.

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